In che modo l'angiografia con verde indocianina differisce dall'angiografia con fluoresceina?

In che modo l'angiografia con verde indocianina differisce dall'angiografia con fluoresceina?

L'angiografia con verde indocianina (ICGA) e l'angiografia con fluoresceina (FA) sono entrambe procedure di imaging diagnostico utilizzate in oftalmologia per valutare le strutture vascolari dell'occhio. Sebbene entrambe le tecniche comportino l’iniezione di un colorante nel flusso sanguigno per visualizzare il flusso sanguigno, differiscono in termini di tipo di colorante utilizzato, profondità di imaging e condizioni per le quali sono più adatte.

Angiografia al verde di indocianina (ICGA)

L'ICGA è una tecnica di imaging diagnostico che utilizza un colorante fluorescente nel vicino infrarosso chiamato verde indocianina (ICG) per visualizzare il sistema vascolare coroideale e gli strati più profondi della retina. Nell'ICGA, il colorante viene iniettato per via endovenosa e una telecamera specializzata cattura la fluorescenza mentre il colorante circola attraverso i vasi sanguigni dell'occhio.

L'ICGA è particolarmente utile per valutare le condizioni che colpiscono gli strati vascolari più profondi dell'occhio, come la neovascolarizzazione coroideale, la corioretinopatia sierosa centrale, la vasculopatia coroideale polipoide e le malattie infiammatorie dell'occhio. La natura del vicino infrarosso del colorante consente una migliore penetrazione dei tessuti retinici e coroideali, fornendo una visualizzazione dettagliata dei vasi sanguigni più profondi e dei tessuti circostanti.

Angiografia con fluoresceina (FA)

La FA, d'altro canto, utilizza un colorante fluorescente chiamato fluoresceina, che emette una fluorescenza a luce visibile. Quando somministrata per via endovenosa, la fluoresceina evidenzia le strutture vascolari della retina e gli strati superficiali della coroide. Il colorante viaggia rapidamente attraverso i vasi sanguigni della retina e mentre circola viene scattata una serie di immagini, consentendo la valutazione del flusso sanguigno e l'identificazione di anomalie nel sistema vascolare retinico.

L'AF è comunemente impiegata per diagnosticare condizioni come la retinopatia diabetica, la degenerazione maculare, le occlusioni vascolari retiniche e le malattie infiammatorie retiniche. L'elevata risoluzione e specificità dell'AF lo rendono uno strumento essenziale per rilevare microaneurismi, perdite e aree di non perfusione nel sistema vascolare retinico.

Differenze nella profondità e nella risoluzione dell'immagine

Una delle distinzioni chiave tra ICGA e FA è la profondità dell'imaging e gli specifici strati vascolari che visualizzano. L'ICGA è particolarmente abile nel penetrare più in profondità nella coroide e nel sistema vascolare coroidale, fornendo immagini dettagliate dei grandi vasi coroidali, della coriocapillare e delle aree di infiammazione o perdita nel tessuto coroidale. Al contrario, l’FA cattura prevalentemente immagini del sistema vascolare retinico superficiale, consentendo la valutazione delle condizioni che interessano i vasi retinici e la regione maculare.

Inoltre, la risoluzione e la visualizzazione delle strutture vascolari differiscono tra ICGA e FA a causa della natura dei coloranti utilizzati e delle lunghezze d'onda della luce che emettono. La fluorescenza nel vicino infrarosso dell'ICGA è meno influenzata dai pigmenti retinici e dalle emorragie, consentendo una visualizzazione più chiara degli strati coroidali. In confronto, l’AF può essere più incline alle interferenze dovute a emorragie retiniche e cambiamenti pigmentari, che possono influenzare l’interpretazione delle immagini.

Utilità e applicazione nella pratica clinica

Sia l'ICGA che l'AF svolgono un ruolo cruciale nella diagnosi e nella gestione di varie malattie della retina e della coroide. La scelta tra le due modalità di imaging dipende dallo specifico scenario clinico e dalla profondità delle strutture vascolari da valutare.

Ad esempio, nei casi in cui i medici sospettano condizioni che coinvolgono il sistema vascolare coroideale più profondo, come la vasculopatia coroideale polipoidea o la neovascolarizzazione coroideale nella degenerazione maculare legata all'età, l'ICGA è spesso preferita per la sua capacità di fornire una visualizzazione dettagliata della circolazione coroideale e della patologia sottostante .

D'altra parte, quando l'attenzione è rivolta alla comprensione dei cambiamenti microvascolari negli strati retinici, in particolare in malattie come la retinopatia diabetica e le occlusioni vascolari retiniche, l'AF rimane la modalità di imaging di scelta. La sua capacità di acquisire immagini ad alta risoluzione dei vasi retinici superficiali e di rilevare sottili cambiamenti nel flusso sanguigno è preziosa in questi scenari clinici.

Conclusione

In sintesi, sebbene sia l’ICGA che l’FA costituiscano strumenti preziosi per la diagnosi delle patologie oftalmiche, le loro differenze nella profondità dell’imaging, nella specificità del colorante e nell’applicabilità clinica li rendono complementari tra loro. Comprendere i vantaggi unici di ciascuna tecnica e i rispettivi ruoli nella valutazione della patologia retinica e coroidale è essenziale affinché gli oftalmologi possano prendere decisioni informate riguardo all'approccio di imaging appropriato per le esigenze dei loro pazienti.

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